Serata per Carlo Zambelli del 16 luglio 2017

Discorso di apertura

In questa serata molto speciale vogliamo ricordare la figura di Carlo Zambelli a dieci anni dalla sua scomparsa. Carlo, come ben sapete, è stato una figura importante per Villanuova: presidente della Banda dal 1994 al 2007, cofondatore e capo della Fanfara e capoguppo della locale sezione degli Alpini.

L’idea di questa sera è semplice, come semplici sono le cose più vere e autentiche: riunire le persone e le associazioni che lo hanno visto protagonista per condividere in primo luogo, mi auguro, della buona musica, che fa sempre bene a tutti, sia a chi suona e a chi ascolta e in secondo luogo il potersi ritrovare e incontrarsi in serenità, per ricordare quanto di buono e di bello è stato fatto con Carlo nella vita delle nostre comunità. E da ultimo, davanti a un panino e ad una fetta di torta, magari pensare anche a quanto si potrebbe ancora fare.

L’intitolazione della Banda con il suo nome che è avvenuta nel 2 giugno del 2009 ha voluto rendere onore al suo impegno operoso e disinteressato su vari fronti e ha voluto proporre a tutti noi, giovani e non, un modello di volontariato in grado di coniugare tradizione, cultura musicale, valori civili oltre che religiosi.

Ed è anche grazie al suo esempio di guardare sempre avanti, di “fare bella figura” come diceva lui, che la banda in questi dieci anni ha saputo proseguire oltre l’ordinario, coinvolgendo la popolazione con le raccolte di santa Cecilia, cercando sponsors in paese e oltre, cambiando le divise, promuovendo la cultura musicale nella scuola primaria, realizzando, da ultimo, un campo estivo musicale per ragazzi e famiglie.

Grazie anche al suo esempio, in questi dieci anni che hanno visto l’avvicendarsi di sindaci, amministrazioni, sacerdoti e direttori, la Banda non è mai venuta meno allo spirito di servizio verso la comunità villanovese, affrontando con coraggio e lungimiranza le naturali difficoltà.

Dieci anni fa, il 14 luglio del 2007, due giorni prima della scomparsa, eravamo qui in piazza per il concerto estivo. Le parole erano misurate, soppesate … non si poteva dire … ma non si poteva nemmeno fare finta di nulla. Ricordo che allora il parroco don Giacomo Franceschini ruppe l’imbarazzo chiedendo al pubblico una preghiera.

Sono sicuro che ora Carlo, don Giacomo e da un mese anche Alfredo, siano nella Festa senza fine, in prima fila non solo a pregare per noi, ma a sostenerci, con ogni mezzo e forma, nelle nostre associazioni, perché quanto c’è di buono, vero e autentico possa diventare motivo di crescita per Villanuova, per la Banda, la Fanfara, il gruppo Alpini e per tutti.

Il mio augurio allora è che questa piazza diventi per stasera il cuore della Villanuova che, ricordando Carlo, diventi orgogliosa del suo passato e trovi la carica per costruire una comunità sempre più partecipe, operosa e solidale. 

Grazie ancora e buon concerto!

Il presidente Franco Cocca

 

 

Ricordo di Carlo da parte di Renato Berta

Buonasera, mi è stato chiesto di ricordare Carlo in forza di una grande amicizia e dell’attaccamento alla Banda e alla Fanfara che ci ha uniti per oltre 30 anni. Ne sono onorato e ringrazio ma, come potete immaginare, è un compito difficile, carico di emozione e di ricordi, ma al tempo stesso è un modo per esprimere la grande riconoscenza per tutto quello che Carlo ha fatto ed ha significato per la nostra comunità e per la Banda in modo particolare.

Ricordare Carlo senza dire che aveva lo zio sacerdote, che suo papà lo mandava già da ragazzo a cambiare le lampadine della parrocchia, che era uno scout, che si definiva il re della briscola ecc. sarebbe perdere quelle tracce, quelle esperienze che ne hanno fatto poi il trascinatore che abbiamo conosciuto.
Ricordare Carlo significa infatti riconoscere il suo grandissimo “senso civico”; per lui la “ MUSICA” era indispensabile per qualsiasi manifestazione popolare civile o religiosa che fosse. Lo considerava un arricchimento per sé e per gli altri.

La Banda – la Fanfara – i suoi Alpini erano tutto per lui – erano il suo pensiero quotidiano, con meticolosità preparava le adunate e i musicanti non bastavano mai (ad un certo punto i musicanti abbracciavano un territorio da Tremosine a Serle). Curava le coreografie dei concerti riciclando ma senza mai ripetersi.
Quanta carica e determinazione nel realizzare i progetti che aveva in testa e che elaborava in ogni dettaglio sapendo che se qualcosa fosse potuto andare storto aveva sempre pronta un’alternativa.
Scattava un’idea e già sapeva come fare, dove procurarsi il materiale, chi coinvolgere (musicanti e amici)… eccezione fatta per gli sponsor, perchè BATTERE CASSA ERA UN COMPITO CHE LASCIAVA VOLENTIERI AD ALTRI.

Sapeva caricare e motivare i musicanti, lavorando per semplificare le cose ed entusiasmare i più giovani – galvanizzare gli aspetti positivi e minimizzare quelli negativi e le difficoltà per fare sempre meglio.
Sapeva adattarsi alle diverse ed impreviste situazioni senza lasciare trasparire la propria emotività con la quale in realtà arrivava ai concerti e che lo costringeva a sedersi sempre per ultimo.

Carlo non è stato solo il fondatore della Fanfara e suo presidente, musicante e presidente della Banda – presidente del Gruppo Alpini, ma ha dato vita a tradizioni e appuntamenti che ancora oggi la banda cerca di onorare.
Per citarne alcune:
– la Festa degli alberi (ricordo che ancora 20 anni fa chiese ai suoi alpini di preparare i panini anche al formaggio per i bambini, allora i primi, che non avrebbero potuto mangiare i salumi).
– Il Babbo Natale che arriva suonando per i bambini dell’asilo (oggi sono i nostri allievi a presentarsi all’appuntamento)
– La notte di Natale con le pastorali spesso finiva al mattino nella cantina di Franco (un nostro caro amico) consumando 2/3 salami.
– Il carnevale: cambio di casacca e via.
Ricordo la sera in cui è arrivato a casa mia rientrando dal lavoro con l’allora tuta blu di ordinanza Enel, dicendo: «Ho pensato. Quest’anno con la banda a carnevale facciamo Aida – ho già prenotato il capannone a Soprazzocco e so dove comperare le tele per i costumi …ecc. ma dobbiamo essere in tanti …». Un fiume in piena, aveva già previsto tutto. Siamo andati al concorso a Carpenedolo – scortati dal Vigile – con un carro colmo di ragazzi truccati di nero e incatenati – più di 70 schiavi, da far invidia al carnevale di Viareggio.
– La festa della Banda: Come non ricordare le 10 edizioni della Festa ella Banda – Ha inventato la festa come momento di aggregazione, divertimento e, perché no, diceva per raccogliere quattro soldi di cui abbiamo estremo bisogno. Beh vi posso assicurare che il ricavato spesso copriva solo le spese perche per Carlo l’importante era fare festa con tutti i musicanti e per il paese, che la gente non si dimenticasse della Banda.
Ricordo che mi ha portato in un paesino sperduto in provincia di Mantova in un grande bazar dove aveva saputo che si potevano comperare tutti quei giochini per le fiere a poco prezzo. Ovviamente auto stracolme – Uscendo gli ho detto: «Abbiamo speso il doppio di quanto previsto»”. E lui subito con un sorriso ha risposto: «Si ma alle nostre feste si divertono di più».

Il suo motto : “Fare qualcosa di buono per il suo Paese”
Ed è proprio così. Carlo per la nostra Banda ha dato tutto questo. Questa sera sarebbe strafelice, seduto al suo solito posto, passare in rassegna con lo sguardo tutti i musicanti a conferma che tutti siano pronti e soddisfatti e, quasi invertendo i ruoli, mi rivedo il Maestro che incrocia il suo sguardo e dice – Possiamo cominciare?

Orgoglioso di una banda con tanti giovani che sono il frutto di attività scolastiche e civiche che Carlo già allora aveva intuito e che oggi nel segno della continuità ci permettono di raccogliere i frutti del suo impegno e di avviare alla musica i nostri ragazzi.

Sono sicuro che le note di questo concerto – hanno per noi musicanti ma anche per i tanti amici seduti in piazza, un timbro e un colore diverso – le note ci accompagnano nei ricordi personali e ci regalano tanta emozione e i Maestri Alessandro e Umberta ci perdoneranno se vedono ogni tanto qualcuno con lo sguardo assente …
Grazie al Presidente – Grazie a Francesco – Agli Alpini e Buona Serata.

Renato Berta

 

Vai alle foto della serata (grazie all’amico Lino Biondi)